Le sezioni archeologiche (I-III) con cui si apre il percorso del Museo Diocesano di Vicenza sviluppano il tema della comparsa e dell’affermazione del Cristianesimo nella città e nel territorio attraverso una selezione di antichi reperti provenienti dai due primi poli di culto finora documentati a Vicenza, l’uno nell’area urbana della Cattedrale, l’altro in quella cimiteriale extraurbana dei Santi Felice e Fortunato.
Di particolare interesse è il fianco di sarcofago con l’Adorazione dei Magi (fine IV secolo) che costituisce la prima attestazione di un’iconografia cristologica nel vicentino. Dallo stesso contesto provengono il frammento di sarcofago con croce monogrammatica e il sarcofago ad acroteri di Bebius Eusebius (V secolo).
Al periodo altomedievale della Cattedrale cittadina sono da riferirsi i resti di arredo liturgico tra cui si segnalano diversi frammenti, finemente decorati, pertinenti ad un ambone con scala (IX-X secolo). Nella stessa sezione è la grande vasca di età romana utilizzata come fontana pubblica per iniziativa del gastaldo Radoald in periodo longobardo e successivamente reimpiegata, fino al 1823, come fonte battesimale della Cattedrale.
Nella terza sala si espongono alcune testimonianze di sculture altomedievali provenienti dal territorio della Diocesi vicentina tra cui la lastra di santa Maria Etiopissa di Polegge decorata con pavoni affrontati (fine VI-VII secolo). Alla Cattedrale romanica (fine del secolo XI – inizi del secolo XII), sono da riferirsi, infine, i tre semicapitelli in pietra di Vicenza a coronamento dei pilastri dell’edificio a cinque navate di quel periodo.
Grande importanza per la storia iconografica della Chiesa vicentina, riveste un lacerto di affresco con gruppo di figure e la Cattedrale incastellata sullo sfondo tardo trecentesco che restituisce l’immagine della chiesa matrice nella sua forma due-trecentesca. Di quel contesto è esposto in questa sezione un imponente portale in marmo rosso.
In questa sezione non va, infine, trascurato uno tra i manufatti più straordinari conservati nel Museo Diocesano: il Piviale detto “dei pappagalli”, manufatto tessile realizzato nel secondo quarto del XIII secolo presso le manifatture regie palermitane, le nobiles officinae di ascendenza normanna, e pervenuto a Vicenza nell’ambito dei contatti – relazionali e culturali, oltre che storico-politici e militari- che legano nel secondo quarto del Duecento il Veneto ghibellino al Mezzogiorno svevo.